14 novembre 2007

NON FAI UN CACCHIO...E SIMILI.

Attenzione nell'usare questo tipo di espressioni; si rischia la condanna per ingiuria.

Lo rileva la Cassazione, confermando la condanna inflitta dalla Corte d'Appello di Roma ad un superiore che si era rivolto ad un lavoratore dicendogli "mo' m'hai rotto li c..., io voglio sape' te che c.... ci stai a fa' qua dentro, che nun fai un cacchio ed altro".

Qualora le frasi usate "sia pure attraverso la censura di un comportamento integrino disprezzo per l'autore del comportamento, o gli attribuiscano inutilmente intenzioni o qualita' negative e spregevoli, non puo' sostenersi che esse, in quanto dirette alla condotta e non al soggetto, non hanno potenzialita' ingiuriosa".

UNA CRITICA NON PUO' E NON DEVE SCONFINARE NELL'INSULTO.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi verrebbe da dire...azienda avvisata, mezzo salvata!
Che il management faccia attenzione perche' scatteranno le denunce.

Anonimo ha detto...

e dei comportamenti oppressivi dei coach in questi giorni ne vogliamo parlare?
Passano continuamente alle spalle a controllare cosa facciamo...vogliamo fare qualcosa?

Anonimo ha detto...

Si sono veramente molesti..si vede che non hanno nulla da fare...ma se poco poco fai notare che loro sono peggio di noi si offendono.
Ma andate a lavorare mangiapane a tradimento.

Anonimo ha detto...

Beh...sapete com'e'...il lupo perde il pelo ma non il vizio soprattutto qui a cagliari.

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha osato dire che sono vietati i controlli a distanza ma non quelli ravvicinati....incredibile! A questo esempio di intelligenza umana voglio cantare la canzone di Zucchero: "Il tuo cervello Non pesa un chilo Da troppo tempo non passa di qua..."

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